Il concetto di “Sostegno alla Persona”, tutelato dalla Associazione “Operatori di Misericordia S. Virginia C. Bracelli” Onlus, è attivo anche dall’altra parte dell’oceano, grazie al Progetto Brasile, realizzato e avviato già da qualche tempo. Nato con finalità caritative/assistenziali per la promozione umana e la dignità di ogni soggetto, sta sostenendo, nella Favela di San Pedro, servizi di base per persone emarginate tra le più povere della periferia della Diocesi di Fortaleza. Un vero e proprio “Ponte Sanitario”, promosso in sinergia con la Confraternita Nostra Signora del Carmine – Associazione San Pio in un contesto urbano e sociale complesso e delicato: la favela San Pedro, infatti, si trova alla periferia della città di Fortaleza nello Stato di Cearà, al nord est del Brasile e presenta strade non asfaltate e sterrate, acqua non potabile, cisterne fognarie inesistenti con scarichi nel fiume.

Le abitazioni, anche se spesso in muratura, sono costituite da vani insalubri, umidi e privi di ventilazione. Gli spazi abitativi delle case sono di circa 30 metri quadrati con una media di presenze che va dalle 6 alle 10 persone; la maggioranza sono bambini. Nelle case ci sono persone adulte malate, portatori di handicap, animali domestici per lo più malati. È quasi assente la copertura dei servizi pubblici di base per rispondere ai diritti fondamentali delle persone, ancora più bisognose perché in situazioni di rischio/vulnerabilità in un contesto di marginalità/esclusione.

Ed è proprio in questo contesto che è intervenuto e continua ad intervenire il progetto dell’associazione “Operatori di Misericordia S. Virginia C. Bracelli”, con una serie di obiettivi specifici, legati alla difesa dei diritti sociali e sanitari dei residenti della favela di San Pedro: la presenza di un Ambulatorio, a disposizione della popolazione della Favela che fornisce prestazioni sanitarie di Base; l’Assistenza per Prevenzione, Diagnosi precoce e Cura delle principali patologie della popolazione adulta e infantile, con particolare attenzione ai minori portatori di handicap; e la realizzazione di un Programma di Nutrizione Infantile, in cui si figura anche la formazione delle mamme circa l’utilizzo degli alimenti disponibili e la distribuzione di un pasto settimanale ai minori.

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